Ho sempre detto che amo scrivere. Non ho scelto un lavoro lontano dalla scrittura infatti, sono un avvocato. Il neo dell’essere un avvocato è l’assorbimento che la professione esercita sulla tua vita. Ogni momento, o quasi, è assorbito dalla professione e dai suoi doveri carichi di responsabilità. Dal 2019 ad oggi ho dedicato talmente tanto al mio lavoro da aver eliminato tante piccole grandi gioie dalla mia vita. Fare foto e video, suonare l’ukulele e perfino la scrittura. Ho chiuso i mille blog che avevo e soprattutto il più strutturato che oggi, qui, un po’ rinasce. No non come la fenice, ma come uno zombie. Perché quando elimini la qualità della vita per concentrarti su un’unica cosa che ti da molto ma a un prezzo altissimo, è così che diventi: uno zombie. Uno zombie che funziona, che opera e produce ma non vive. Quindi provo a tornare a scrivere, con uno fine anche terapeutico non lo nego. Proverò ad alimentare l’Andrea adolescente, che scriveva di getto, pubblicava e si preoccupava dopo dell’editing. Proverò anche a farmi coraggio e a scrivere e condividere contenuti che per qualche tempo ho temuto di fare miei. Vedete ho una visione cavalleresca del mio lavoro. Il fare parte di un Ordine mi riempie di orgoglio e al tempo stesso mi fa vivere una pressione importante. Nella mia testa mi freno e mi censuro molto spesso perché “un avvocato no dovrebbe dire questo”. Questa volta vogli ricordarmi quello che difendo. La nostra Costituzione recita “Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione.” (Art. 21 Cost.). Farò appello a questo valore e farò del mio meglio per conciliare le mie opinioni, gusti e pensieri con i miei doveri nati e che vivo per via della professione che ho scelto e amo. Detto questo, leggete tra le righe.
UN NUOVO INIZIO: ONESTÀ
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